Garfield - Pooky
Mi sono trasferita da Bergamo a Trieste, lasciando la mia famiglia e la me-bambina. Purtroppo la me-combinaguai mi ha seguita e ogni tanto devo farci i conti e ammettere che è la parte di me che preferisco perché mi fa sempre parecchio ridere.

giovedì 20 aprile 2017

Giorno 47- Road trip sulle Dolomiti. Prima puntata

Road trip sulle Dolomiti. Prima puntata


Introduzione- L'equipaggiamento
Qualche sabato fa, io e Demmy abbiamo deciso che era ora di iniziare la stagione del campeggio e quindi abbiamo deciso di partire per una road trip, all'insegna dell'improvvisazione. Abbiamo riempito l'auto di un arsenale di guerra composto da:
  • tenda e due sacchi a pelo
  • cibo
  • tanto cibo
  • altro cibo
  • una tanica di acqua
  • due coltelli in caso di emergenza
  • caricabatterie da viaggio
  • un libro
  • calzettoni e pantaloni termici
  • carte da gioco
  • due quaderni per scriverci le nostre memorie, in caso di morte per assideramento o per incontro ravvicinato con bestie selvatiche poco amichevoli
  • Cora (nel bagagliaio!)
Parte I- La partenza
Eccoci pronti, tutti nella mia macchinina carica come un mulo; noi più carichi di lei. Destinazione provvisoria sul navigatore: Cortina d'Ampezzo. Imbocchiamo l'autostrada, sotto a un sole cocente che ci bruciava le gambe sotto i jeans, in direzione Venezia. Prendiamo lo svincolo per Belluno e poi imbocchiamo la statale.

Parte II- Il Vajont
Qui iniziamo a leggere nomi di paesini non nuovi, finché ci accorgiamo con grande emozione da parte mia di essere a Longarone, proprio il paese raso al suolo dal crollo del monte Toc, nel lontano (ma non troppo) 1963 (non ne sai nulla? leggi qui). Guarda caso solo pochi giorni prima avevo finito il libro della giornalista Tina Merlin, in cui racconta per filo e per segno la nascita della diga, con i vari progetti e raggiri, il giorno della catastrofe e persino gli anni successivi nei paesini di quella valle. Si intitola "Sulla pelle viva", è molto bello, ve lo consiglio.
 Ad ogni modo, vedo un cartello per il cimitero monumentale delle vittime del disastro e quindi chiedo a Demmy una breve tappa, per andare a visitarlo. Sfortunatamente la piccola sala adiacente, adibita a museo era inspiegabilmente chiusa (nonostante fossimo in pieno orario e giorno di apertura), ma abbiamo comunque passeggiato tra le lapidi, sotto alla maggior parte delle quali probabilmente non c'è nessuno da piangere.

Risaliti in macchina iniziamo a interrogarci su quale fosse il monte Toc, sospettando una delle tante montagne che circondano la valle, finché subito dopo una curva, lì, immensa e terribile la diga si stagliava in tutta la sua maestosità. E sì, avevamo indovinato quale fosse il monte marcio: non era difficile d'altronde, c'era una gigantesca scalfittura sulla sua parete. 

Parte III- Cortina da un bel Pezzo!
Ok, bella sosta, ma ora non ci si ferma più fino a Cortina. Sì però a Cortina ci fermiamo e ci beviamo qualcosa, arriveremo giusto per l'ora dell'aperitivo, fammi sentire ricca e bere insieme alla gente perbene che viene a farsi un weekend trendy!
Eccola qui Cortina. Bellina, caratteristica, ma per ricchi: qui iniziamo a fissarci su una cosa che non ci mollerà fino alla fine della nostra road trip. Ma qui girano tutti con BMW, Mercedes e altre auto costose...noi siamo in giro con una Sposta-poveri!!
Va beh, ma il pensiero di una bella birra fresca (dato il caldo) non mi molla, ma Demmy inizia a girare tutta Cortina, finché non si allontana dal centro. Dopo mezz'ora in cui cerchiamo di ritornare verso la civiltà, decidiamo di arrenderci e di proseguire senza l'aperitivo.

Parte IV- Birra!
Saliamo sempre più su, il sole inizia a calare, ma tutto sommato è ancora alto in cielo. Ma a noi non interessa molto perché non abbiamo fretta: non abbiamo mica una meta! 
Vi confesso che volevo scrivere questo post mettendovi gli orari delle varie tappe nei titoli, ma mi sono accorta che non ho guardato così spesso l'orologio, perché quando non ti importa di arrivare, non ti interessa nemmeno l'ora.
Insomma, arriviamo a un rifugio e finalmente posso gustare la mia birra fresca, anche se ora inizia a fare un po' freschetto. Secondo i calcoli di Demmy dovremmo essere quasi in Trentino, regione più vicina in cui è consentito il bivacco, quindi nostra tappa finale per la sosta notturna. Eggiusto, ho dimenticato di dirvi che noi, non avendo una meta, non sapevamo nemmeno dove accamparci per la notte, però ci eravamo informati sulla legalità della cosa. Abbiamo scoperto che il campeggio libero è vietato in Friuli e Veneto, mentre in Trentino è consentito in specifiche aree di sosta il bivacco, cioè l'accampamento per un massimo di 24 ore: giusto giusto per noi.

Parte V- La ricerca di un angolino per la notte
Arrivati in Trentino, iniziamo a guardarci intorno non solo per i paesaggi mozzafiato come avevamo fatto fino a quel momento, ma anche per trovare un posto dove montare la nostra regale reggia, talmente piccola che a Demmy spuntavano fuori i piedi se stava ben disteso.
Demmy si fissa di voler dormire vicino a un passo di montagna, ma finalmente (dopo varie peripezie) vediamo un minuscolo campeggio, alle pendici di un bosco, senza alcuna recinzione e con pochissima gente. Qui paghiamo per una notte una cifra minuscola, facciamo una passeggiata di ricognizione, in cui ci imbattiamo in una festicciola di paese in onore dei pompieri (che costituiscono praticamente un terzo degli abitanti, non perché tutti fanno quel mestiere, ma perché poche, pochissime persone- tutti con BMW, Mercedes ecc- abitano lì!!) mangiamo qualcosina in tenda e ci prepariamo per dormire.



Volete sapere come abbiamo passato la notte, cosa abbiamo visto e cosa è il Colle delle Streghe? Restate sintonizzati per la prossima puntata!
TO BE CONTINUED...  clicca qui per la seconda puntata!







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